6 giugno 2013. Il capo di stato maggiore dell’Esercito, generale di corpo d’armata Claudio Graziano, ha salutato oggi a Bologna i militari della brigata aeromobile “Friuli” rientrati, nei giorni scorsi dal Libano dove hanno operato nel settore ovest di Unifil nell’ambito dell’operazione Leonte 13.


 

Ci siamo sentiti veri portatori di pace”. Cosi’ il comandante della “Friuli”, generale di brigata Antonio Bettelli, ha riassunto il senso della missione Unifil in Libano prendendo la parola nel corso della cerimonia presso la caserma Mameli.

“E’ stata sotto il profilo umano e professionale – ha sottolineato il generale Bettelli – un’esperienza straordinaria. Un’esperienza che ha arricchito i soldati italiani rafforzandone i legami etici della comune appartenenza al servizio in armi e che ha concorso, con continuita’ di intenti e alla stregua dei contingenti che ci hanno preceduto, agli sforzi profusi dalla comunita’ internazionale a favore di chi ha frequentemente vissuto lo spavento della guerra. E’ stata – ha continuato il comandante della brigata – una missione vera, nella dimensione piu’ ampia del servizio, dell’assistenza e del supporto non solo alle istituzioni locali ma, soprattutto, alla gente comune, ai cittadini del sud del Libano bisognevoli di una presenza forte ma rassicurante ed accorta alle fragilita’ dei ricordi ancora cosi’ vividi di sofferenza e di dolore. Siamo orgogliosi di averlo fatto – ha concluso Bettelli – nel nome dello Stato italiano e, nel farlo, ci siamo sentiti veri portatori di pace”.

“Mettendovi al servizio di chi è più in difficoltà – ha detto il sindaco di Bologna Virginio Merola nel suo breve intervento – siete un esempio di grande solidarietà. Avete dei valori che portate con onore, vi dobbiamo un grande ringraziamento per quello che fate”.

Alla cerimonia militare hanno partecipato, tra gli altri, il generale di brigata George Chraim, comandante del settore del sud Litani delle Forze armate libanesi (Laf) e Ahmad Seklaoui, console onorario d’Italia a Tiro che, con la loro presenza “testimoniano i forti legami che uniscono l’Italia al Libano”.

Già comandante della missione Unifil, dal 2007 al 2010, il generale Graziano si è  rivolto agli uomini e donne della grande unità dell’Esercito per esprimere “soddisfazione per i brillanti risultati conseguiti nel complesso teatro operativo libanese, dove avete condotto attività di controllo del territorio, supporto alle Forze armate libanesi, bonifica di aree minate e cooperazione civile-militare”.

“Ma soprattutto”, ha proseguito il generale Graziano, “ritengo che l’elemento chiave del successo della vostra missione sia stato il dialogo con le istituzioni locali e la popolazione”.

“Il personale rappresenta la componente essenziale, su cui si deve maggiormente investire”, ha concluso il generale Graziano, “Di fondamentale importanza per la sicurezza del personale militare sono l’addestramento e la formazione, a cui è necessario dedicare adeguate risorse”.

In questo momento storico, il contributo del Paese alle missioni internazionali è di particolare valenza. In Libano, il comando delle Forze di pace è affidato a un generale dell’Esercito italiano, Paolo Serra, e all’Italia sarà di nuovo assegnato, da settembre, il comando della missione Nato in Kosovo. Delle tre missioni internazionali in atto, due saranno a comando italiano.

La brigata aeromobile “Friuli” ha operato nel sud del Libano tra il fiume Litani e la Blu Line, linea di demarcazione fra Libano e Israele, in accordo alla risoluzione 1701 dell’11 agosto 2006 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Ha altresì schierato tra i propri reparti, agli ordini del generale Bettelli, il comando brigata e parte del reparto comando “Friuli” di Bologna, una compagnia del 66° reggimento aeromobile “Trieste” di Forlì e il reggimento “Savoia Cavalleria”.

Del contingente italiano Leonte 13, hanno fatto parte anche il 6° reggimento di manovra di Pisa, uno squadrone del  reggimento “Piemonte” cavalleria (2°) di Villa Opicina (Ts), le trasmissioni del 2° reggimento di Bolzano, i genieri del 2° reggimento genio di Piacenza.

Carmelo Abisso

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