16 marzo 2012. Nell’ambito del tradizionale ciclo di incontri di palazzo Grassi, sede del circolo ufficiali dell’Esercito, si è svolto ieri a Bologna un convegno sulle prospettive future dei cambiamenti climatici.
Relatore, su invito del comandante militare regionale, generale di divisione Antonio De Vita, il dottor Giampiero Maracchi, direttore dell’Istituto di biometeorologia del Consiglio nazionale delle ricerche.
Presidente della Fondazione per il clima e la sostenibilità (Fcs) e del Centro studi per le applicazioni dell’informatica in agricoltura (Cesia), Maracchi è uno dei massimi specialisti del settore. Insegnante di agrometeorologia e climatologia all’università di Firenze, è tra i fondatori dell’Istituto di analisi e telerilevamento ambientale (Iata). Delegato nazionale presso l’Organizzazione metereologica mondiale e l’Unione Europea, lo studioso ha promosso e coordinato numerose ricerche in tutto il mondo, in particolare sulla difesa delle colture e sulle classificazioni agroclimatiche.
Dopo aver ricordato che il clima globale dipende dal bilancio energetico, Maracchi ha descritto fenomeni come l’effetto serra e la corrente di getto. Non c’è più l’anticiclone delle Azzorre, ora c’è l’anticiclone della Libia. D’inverno la temperatura media del pianeta aumenta e quello che si sta modificando è la circolazione, che porta a tipi di tempo a cui non eravamo abituati. Le stagioni slittano, anche gli insetti cambiano abitudini, alcune specie di uccelli, come gli storni svernano più a nord. In conclusione i cambiamenti del clima significano un aumento degli eventi estremi – come piogge intense, alluvioni e siccità – e sfasamenti stagionali.
All’ incontro hanno partecipato, tra gli altri, il vice presidente della provincia di Bologna Marco Venturi, il vice prefetto vicario Elisabetta Margiacchi e diversi comandanti di corpo delle Forze armate e di polizia.
Redazione