La carta stampata soffre sempre più per il calo dei lettori e della pubblicità, ma ce la può fare: deve puntare però su una sempre maggiore integrazione con i canali digitali e sulla qualità dell’informazione. Su questo hanno convenuto il presidente della Fieg e dell’Ansa, Giulio Anselmi (nella foto), i direttori del Sole 24 Ore, Roberto Napoletano e della Stampa Mario Calabresi e Bernadette Gonzalez-Harbour, vicedirettrice di El Pais.

L’occasione per fare il punto sullo stato di salute della carta stampata è stata la Conferenza Internazionale per l’industria editoriale e della stampa italiana, promossa al Museo dell’Automobile di Torino da Wan-Ifra, l’Associazione Mondiale degli Editori e della Stampa quotidiana, Fieg, Federazione Italiana Editori Giornali, e Asig, l’Associazione Stampatori Italiana Giornali.

“Tante volte i giornali sono stati dati per morti e sono ancora vivi. Attraversano uno stato di crisi superabile”, ha detto Anselmi che ha ricordato i numeri della crisi: nei primi tre mesi dell’anno la pubblicità nei giornali ha subito un calo dell’8,7% “rispetto a un anno già pessimo” e le vendite hanno subito una caduta del 5%.

“Se si vuole che ci sia un futuro – ha sottolineato Anselmi – occorre una politica industriale di sviluppo”. Una strada da seguire è quella della multimedialità, che “per molti giornali è ancora poco più di uno slogan: se ne parla tanto e si trovano giornalisti che oppongono resistenza quasi come se non fosse una condizione di sopravvivenza”.

Il segretario dell’Asig, Sergio Vitelli, ha ricordato che “tra i primi dieci giornali al mondo per vendite quattro sono giapponesi, due cinesi e due indiani, mentre soltanto due sono europei, i tabloid Sun e Bild”. “L’informazione su carta è in declino in Occidente – ha osservato – ma non in Oriente. In Cina, India e Giappone è ancora in auge.

La differenza è dovuta al fatto che in quei Paesi il giornale è uno strumento di cultura, in Italia viene utilizzato solo per avere notizie, quindi viene superato dagli altri canali d’informazione”. Secondo Vitelli, per restare al centro la carta stampata ha bisogno di “idee, strategie ed entusiasmo”, ma i giornalisti che finora in Italia sono stati “l’unica classe intoccabile” saranno molti meno di oggi.

Fonte: ANSA, 19 giugno 2012

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