11 dicembre 2012. E’ stato firmato oggi a Herat il documento congiunto che sancisce l’assunzione della leadership sulla sicurezza da parte della polizia e dell’esercito locali nella provincia di Herat che costituisce larga parte della regione occidentale dell’Afghanistan.
L’atto è stato sottoscritto dai vertici delle forze di sicurezza afgane e dal generale di brigata Dario Ranieri, comandante del Regional Command West di Isaf su base brigata alpina Taurinense .
Nel quadro generale del trasferimento della responsabilità della sicurezza alle forze di sicurezza afgane, gli alpini del 2° reggimento hanno passato all’esercito di Kabul la base operativa avanzata Lavaredo di Bakwa, così battezzata nel 2010 dagli alpini del 7° reggimento all’atto dell’apertura. Negli ultimi quattro mesi la task force italiana comandata dal colonnello Cristiano Chiti – costituita dagli alpini del 2° di Cuneo insieme agli specialisti del 32° genio guastatori di Torino e del 232° trasmissioni di Avellino – hanno operato con successo nel distretto più remoto e delicato dell’area di operazioni italiana in partnership con le forze di sicurezza afgane.
In precedenza, le forze di Kabul avevano assunto la responsabilità delle basi in Gulistan e a Bala Murghab, sostituendo i militari italiani della brigata ‘Garibaldi’ a luglio e a settembre di quest’anno. Con il rientro in Italia della task force south east, nelle prossime settimane il contingente italiano in Afghanistan scenderà di circa 450 unità, attestandosi a quota 3.600 effettivi circa.
La responsabilità della base verrà assunta in un primo momento dall’unità del 207° corpo dell’esercito afgano, che negli ultimi mesi ha operato dalla stessa base di Bakwa con il sostegno della task force south east italiana. Le forze dell’esercito verranno integrate nelle prossime settimane da unità scelte della 3^ brigata di polizia, affiancate da mentors e assetti operativi statunitensi.
Nel distretto di Bakwa, area di notevole importanza situata a cavallo tra la provincia meridionale dell’Helmand e quella di Farah, le forze di sicurezza afghane e italiane hanno agito nell’ambito delle operazioni Shaping South e Al Dhui, condotte in tutta la regione ovest per contrastare i gruppi di insorti provenienti da sud e garantire la libertà di movimento lungo la ring road – l’asse stradale che collega Kabul a Herat passando a sud per Kandahar – e la route 515. Le due operazioni si sono sviluppate per oltre otto settimane nelle provincie di Herat e Farah e hanno visto scendere in campo oltre 4.000 uomini del 207° corpo d’armata dell’esercito afgano e del 606° della polizia, in partnership con le tre task force italiane – su base 2°, 3° e 9° reggimento alpini integrate da specialisti della task force genio e della task force C4 delle trasmissioni – con il supporto degli acquisitori obiettivi della task force Victor, degli elicotteri CH47, Mangusta e NH90 della task force Fenice e i velivoli dell’Aeronautica militare, per un totale complessivo di 2.000 militari italiani. Tutte le attività sul campo sono state pianificate e condotte in partnership con la polizia e l’esercito locali, nell’ottica della transizione della responsabilità esclusiva della sicurezza nella regione.
Nel solo distretto di Bakwa, oltre duecento operazioni da parte della task force south east e delle forze afgane hanno portato negli ultimi quattro mesi al fermo di numerosi individui sospetti e al sequestro di un ingente quantitativo di armi e munizioni, oltre ad aver consentito di ricognire tutti gli insediamenti del distretto e di rifornire con continuità gli avamposti delle forze di sicurezza afgane presenti lungo gli assi di comunicazione. Nello stesso periodo si è inoltre registrata una diminuzione del 70% degli ordigni esplosivi improvvisati ritrovati lungo le strade. Grazie a due operazioni aeree condotte da velivoli Amx e Predator dell’Aeronautica militare con il supporto della task force south east, sono stati infine distrutti tre ripetitori radio adoperati dagli insorti per le proprie comunicazioni nella zona di Bakwa. Nel campo dell’assistenza alla popolazione, gli alpini del 2° hanno realizzato otto pozzi e distribuito generi di prima necessità, tra cui 2500 coperte, 50 generatori elettrici, 20 pannelli solari, oltre a centinaia di indumenti e di kit scolastici per gli studenti del distretto, mentre i team sanitari afgani e italiani al seguito delle pattuglie hanno dispensato cure mediche di base a centinaia di abitanti.
Durante la cerimonia di consegna delle medaglie della Nato ai militari della task force, il colonnello Chiti ha ricordato il sacrificio dei quattro caduti italiani a Bakwa: il capitano degli incursori Alessandro Romani (17 settembre 2010), il caporal maggiore scelto Gaetano Tuccillo del battaglione logistico ‘Ariete’ (2 luglio 2011), il 1° caporal maggiore Roberto Marchini dell’8° genio paracadutisti (12 luglio 2011) e il caporal maggiore Tiziano Chierotti del 2° reggimento alpini della brigata ‘Taurinense’, scomparso lo scorso 25 ottobre in seguito ad uno scontro a fuoco.
Per il 2° alpini di Cuneo si è trattato del secondo impegno nell’Afghanistan occidentale, dopo lo schieramento per sei mesi nel distretto remoto di Bala Murghab come task force north, da aprile a ottobre del 2010. In precedenza era stato impiegato a sud di Kabul, nella valle di Musahi, dove in operazione persero la vita cinque uomini, uno dei quali – il capitano Manuel Fiorito – è stato decorato di medaglia d’argento al valor militare alla memoria.
Redazione